VR e videogiochi tradizionali: cosa dicono i numeri?
- Valerio Di Bona
- Tendenze
- 12 min di lettura

Il mondo dei videogiochi sta vivendo una trasformazione senza precedenti. Da un lato, i giochi tradizionali continuano a dominare il mercato con grandi successi che incassano miliardi e community di giocatori fedeli. Dall’altro, il gaming in realtà virtuale (VR) è un fenomeno che sta crescendo rapidamente, promettendo un’esperienza digitale senza precedenti. Ma qual è la reale portata di questa evoluzione?
In genere, il VR viene percepito come una nicchia costosa e limitata, ma è anche vero che sempre più investimenti e innovazioni stanno contribuendo ad aumentarne la popolarità.
I numeri parlano chiaro: mentre l’industria dei videogiochi tradizionali genera profitti colossali, il settore VR sta conquistando una fetta sempre più ampia del mercato. Quali sono allora le differenze?
In questo articolo analizzeremo i dati attualmente a disposizione per capire come si rapportano questi due mondi. Scopriremo quanto costa sviluppare un gioco VR rispetto a uno tradizionale, quali sono i margini di guadagno e se il futuro del gaming sarà davvero virtuale.
Preparatevi a un viaggio tra numeri, tendenze e sorprese!
Dimensioni e trend del mercato globale
L’industria dei videogiochi è in continua espansione, rappresentando una delle forme di intrattenimento più redditizie a livello mondiale. Analizzando i dati recenti, però, emergono differenze significative tra il mercato dei videogiochi tradizionali e quello della realtà virtuale (VR).
Nel 2023, il mercato globale dei videogiochi ha raggiunto un valore di 274,51 miliardi di dollari, con una previsione di crescita fino a 534,93 miliardi di dollari entro il 2030, registrando un tasso di crescita annuale composto (CAGR, Compounded Average Growth Rate) del 10%.
Per quanto riguarda il settore della realtà virtuale invece, nel 2023 il mercato dei giochi VR è stato valutato a “soli” 4,59 miliardi di dollari, ma le proiezioni indicano una crescita significativa, con un CAGR superiore al 30% da qui al 2032.
Nonostante le stime e l’adozione dei visori VR tra i giocatori siano in crescita, recenti statistiche indicano che solo l’1,5% degli utenti di Steam possiede un visore VR.
Questo dato evidenzia che, sebbene l’interesse per la VR stia aumentando, l’espansione all’interno del mercato mainstream è ancora limitata, probabilmente a causa dei costi hardware e delle esigenze tecniche associate.
Crescita futura e fattori chiave dello sviluppo VR
Il mercato dei videogiochi tradizionali continua a mostrare una crescita solida, trainata dall’innovazione tecnologica e dall’espansione delle piattaforme di gioco, ma allo stesso tempo, il settore della realtà virtuale sta crescendo a un ritmo più rapido, pur rappresentando ancora una porzione minore del mercato complessivo.
Questo aumento sembra essere dovuto a diversi elementi che stanno contribuendo alla diffusione dei giochi VR:
- Avanzamenti tecnologici: miglioramenti nei visori VR, come display ad alta risoluzione e sistemi di tracciamento avanzati, stanno rendendo l’esperienza più realistica e accessibile.
- Riduzione dei costi: la produzione su larga scala e l’innovazione stanno abbassando i prezzi dei dispositivi VR, rendendoli più accessibili al grande pubblico.
- Espansione delle applicazioni: oltre al gaming, la VR trova applicazione in settori come l’educazione, la sanità e il turismo virtuale, ampliando il suo mercato potenziale.
Questa rivoluzione si sta muovendo a grande velocità negli ultimi anni ed è quindi facile immaginare che potremo presto vedere nuove evoluzioni e cambiamenti già nel prossimo futuro.
Investimenti e costi di sviluppo

Come molti di voi già sapranno, lo sviluppo di un videogioco è un processo complesso che varia notevolmente in termini di budget, strumenti utilizzati, competenze richieste e tempi di realizzazione, sia per i giochi tradizionali che per quelli in realtà virtuale (VR).
Una questione importante riguarda il costo medio per lo sviluppo di un videogioco. Il carico economico che viene affrontato, in media, per la realizzazione di un classico videogioco può essere molto diverso da quello necessario per la creazione di un videogioco in VR.
I costi di sviluppo di un videogioco tradizionale possono variare ampiamente. Ad esempio, “Grand Theft Auto V” ha avuto un budget di sviluppo di circa 137 milioni di dollari, con ulteriori 128 milioni destinati al marketing, per un totale di 265 milioni di dollari.
Al contrario, titoli indipendenti possono essere sviluppati con budget molto più contenuti. Ad esempio, “Hollow Knight“, sviluppato dal team indipendente Team Cherry, è stato realizzato con un budget iniziale di circa 57.000 dollari australiani, raccolti tramite una campagna Kickstarter.
Per quanto riguarda i giochi VR, invece, non sono disponibili dati precisi sui costi medi di sviluppo, ma tendono ad essere inferiori rispetto ai titoli AAA tradizionali, pur rappresentando comunque un investimento significativo. La creazione di un gioco VR richiede infatti competenze multidisciplinari che combinano ingegneria del software, design grafico e user experience.
Software, strumenti, competenze e tempistiche
Sia per i giochi tradizionali che per quelli VR, gli sviluppatori utilizzano una varietà di strumenti e software. Ci sono diversi aspetti da considerare e tanto lavoro da fare, perché la realtà che si cela dietro ad ogni videogioco è molto complessa.
Ambienti di sviluppo come Unreal Engine e Unity sono tra i più popolari, poiché offrono supporto sia per lo sviluppo tradizionale che per la realtà virtuale e forniscono una piattaforma versatile per creare esperienze immersive. Ad esempio, Unity offre un’interfaccia user-friendly mentre Unreal Engine è noto per le sue capacità grafiche avanzate.
Per ciò che riguarda gli altri strumenti, programmi come Blender, Autodesk Maya e 3ds Max vengono usati per creare modelli 3D, come personaggi, oggetti e scenari, che compongono il mondo di gioco e lo rendono più realistico.
Lo sviluppo di giochi VR richiede competenze specifiche oltre a quelle necessarie per i giochi tradizionali. Gli sviluppatori devono infatti avere una comprensione approfondita dell’interazione in 3D, della cinetosi (spesso indicata come motion sickness) e dell’ergonomia necessaria a garantire un’esperienza utente confortevole.
È quindi essenziale progettare interfacce intuitive e considerare aspetti come il tracking dei movimenti e l’ottimizzazione delle prestazioni per evitare ritardi che possano compromettere l’immersione. Inoltre, la conoscenza dell’hardware VR e delle sue limitazioni è cruciale per sviluppare giochi che funzionino senza problemi su diverse piattaforme.
I tempi di sviluppo variano in base alla complessità del gioco e alle risorse disponibili. Un titolo AAA tradizionale può richiedere diversi anni di sviluppo, coinvolgendo grandi team e budget sostanziali. I giochi indie, con team più piccoli e scope più limitate, possono essere sviluppati in periodi più brevi, che vanno da pochi mesi a un paio d’anni.
Per i giochi VR, i tempi di sviluppo possono essere comparabili a quelli dei giochi indie, ma la necessità di ottimizzare l’esperienza immersiva aggiunge un ulteriore livello di complessità tecnica. La creazione di ambienti 3D dettagliati, l’implementazione di meccaniche di gioco che sfruttano il movimento e l’interazione naturale e infine assicurarsi che il gioco funzioni senza problemi su vari dispositivi VR richiedono attenzione e competenza.
Esempi a confronto

Diamo un’occhiata ad alcuni esempi, tra le varie tipologie di videogiochi, per provare a farci un’idea più concreta:
- Titolo AAA: “Cyberpunk 2077” è un esempio di titolo AAA con un budget di sviluppo stimato di circa 174 milioni di dollari, a cui si aggiungono 142 milioni di dollari per il marketing, portando il costo totale a circa 316 milioni di dollari.
- Gioco Indie: “Stardew Valley“, sviluppato da Eric Barone, è stato creato senza un budget significativo, ma il gioco ha venduto oltre 41 milioni di copie (di cui 26 milioni su PC e 7,9 milioni su Nintendo Switch).
- Gioco VR: “Beat Saber” è uno dei giochi VR più popolari, sviluppato da Beat Games che è un piccolo team ceco indipendente. Sebbene i dettagli esatti del budget non siano pubblici, nel 2021 aveva già raggiunto 4 milioni di copie vendute e ad oggi domina ancora le classifiche su Meta Quest.
In conclusione, mentre i giochi tradizionali, specialmente quelli di tipo AAA, richiedono investimenti e risorse considerevoli, lo sviluppo di giochi VR offre opportunità sia per grandi studi che per sviluppatori indipendenti. La chiave del successo risiede nella comprensione delle specifiche tecniche e delle aspettative del pubblico, oltre che nell’uso efficace degli strumenti di sviluppo disponibili.
Quali sono i costi per il consumatore finale?
È chiaro che il costo per l’utente finale gioca un ruolo importante nel mercato del gaming e la differenza nei prezzi di giochi, hardware e controller ha sicuramente un impatto significativo sulla popolarità e l’accessibilità ad una modalità piuttosto che a un’altra.
I prezzi dei videogiochi variano in base a diversi fattori, tra cui il titolo, la piattaforma e la regione. Generalmente, i giochi tradizionali per console e PC hanno un prezzo che oscilla tra €50 e €70 al momento del lancio. Al contrario, i giochi per realtà virtuale (VR) tendono ad avere un costo inferiore, con la maggior parte dei titoli che si colloca tra €10 e €40. Questo divario di prezzo può essere attribuito a vari fattori, tra cui la scala dei progetti VR e il mercato di riferimento.
Le piattaforme di gioco presentano una vasta gamma di costi, influenzati dalle specifiche tecniche e dalle funzionalità offerte. Le console tradizionali, come la PlayStation 5, sono state lanciate con un prezzo iniziale di circa €500, rendendole un’opzione accessibile per molti giocatori.
Un PC da gaming di fascia media, invece, può richiedere un investimento significativamente più elevato, con prezzi che oscillano tra €800 e €1.500, a seconda delle specifiche hardware e delle prestazioni desiderate.
Per quanto riguarda il settore della realtà virtuale, il costo dei visori VR cambia notevolmente in base alla qualità e alle caratteristiche offerte. Meta Quest 3S, noto per la sua praticità e l’assenza di cavi, rappresenta una delle opzioni più accessibili con un prezzo di circa €330.
PlayStation VR2, pensato per essere utilizzato con la PS5, è passato dai €549 di lancio ai €329 attuali, mentre, per chi cerca un’esperienza VR di fascia alta, HTC Vive Pro 2 offre una qualità visiva superiore e un tracking avanzato, ma con un costo che parte da circa €830 per il solo per il visore, senza comprendere eventuali accessori aggiuntivi.
Bisogna anche considerare che – in alcuni casi – al costo del visore può dover essere aggiunto quello di un PC da gaming, poiché dipende dalla tipologia del visore stesso e dal livello di esperienza desiderata:
- I visori standalone (autonomi), come Meta Quest 3S e Meta Quest 2, hanno un processore integrato e possono eseguire giochi e applicazioni VR in modo indipendente. Tuttavia, possono essere collegati a un PC via cavo o in modalità wireless per accedere a giochi più complessi tramite PC VR (es. SteamVR con Oculus Link o Air Link).
- I visori cablati, come PlayStation VR2 o HTC Vive Pro 2, richiedono obbligatoriamente una connessione ad un PC da gaming o alla console proprietaria per funzionare.
Questi dati evidenziano come giocare in realtà virtuale richieda a volte un investimento iniziale superiore rispetto al gaming tradizionale, sebbene i progressi tecnologici stiano rendendo sempre più accessibili alcune soluzioni, abbattendo i costi e favorendo una più ampia diffusione della VR.
Rapporto qualità-prezzo tra esperienze VR e tradizionali
Il rapporto qualità-prezzo tra le diverse esperienze viene calcolato sulla base di vari fattori:
- Immersione: la VR offre un livello di immersione superiore, giustificando spesso l’investimento aggiuntivo.
- Catalogo giochi: i giochi tradizionali offrono una libreria più ampia e consolidata rispetto ai titoli VR.
- Costo totale: considerando hardware e software, l’entrata nel mondo VR può risultare più costosa inizialmente, ma i prezzi stanno diminuendo con l’avanzare della tecnologia.
Detto questo, guardando ai trend attuali, è probabile che i costi continuino a diminuire, rendendo il gaming VR una scelta sempre più sostenibile per gli appassionati.
Ritorno economico per le aziende e i developer
I margini di profitto nel settore dei videogiochi variano in base a diversi fattori, tra cui il modello di monetizzazione adottato. Tradizionalmente, i giochi venivano venduti come prodotti “premium”, ossia con un pagamento anticipato per ottenere l’accesso completo al gioco. Tuttavia, con l’evoluzione del mercato, sono emersi modelli come il “freemium” e il “free-to-play” (F2P), dove il gioco base è gratuito, ma gli utenti possono effettuare acquisti in-game attraverso micro transazioni.
Nel panorama attuale, quindi, i diversi modelli di monetizzazione utilizzati per generare entrate sono:
- Vendita diretta: i consumatori acquistano il gioco completo pagando un prezzo fisso.
- Contenuti scaricabili (DLC): espansioni o aggiunte al gioco base che i giocatori possono acquistare separatamente per arricchire l’esperienza di gioco.
- Micro transazioni: piccoli acquisti all’interno del gioco per ottenere oggetti, valute virtuali o vantaggi vari. Questo modello è particolarmente diffuso nei giochi free-to-play e ha sollevato discussioni riguardo al suo impatto sul gameplay e sul comportamento dei giocatori.
- Abbonamenti: servizi di accesso a una libreria di giochi tramite un abbonamento mensile (come ad esempio Xbox Game Pass). Un modello che sta guadagnando popolarità perché offre ai giocatori una vasta gamma di titoli ad un costo fisso.
Questi modelli F2P hanno dimostrato di essere altamente redditizi, soprattutto nel mercato mobile, dove le micro transazioni rappresentano una fonte significativa di entrate. Tuttavia, l’adozione di tali modelli nel settore VR è ancora limitata e gli sviluppatori spesso si affidano alla vendita diretta dei giochi.
Analisi comparativa: gioco VR vs videogioco tradizionale

Proviamo ad analizzare in breve un gioco VR di successo rispetto ad un titolo tradizionale simile in termini di investimento e guadagni:
“Beat Saber” è diventato un fenomeno nel mondo VR grazie alla sua combinazione di musica e azione ritmica. Nonostante sia stato sviluppato da un piccolo team indipendente, il gioco ha raggiunto vendite impressionanti, dimostrando che anche progetti con budget modesti possono ottenere un grande successo nel mercato VR.
Al contrario, un titolo tradizionale come “The Last of Us Part II” richiede investimenti significativi in termini di sviluppo e marketing, ma può generare profitti elevati grazie a una distribuzione su larga scala e ad una base di utenti molto più ampia.
In conclusione, mentre i giochi tradizionali spesso beneficiano di una community di utenti consolidata e di modelli di monetizzazione diversificati, il mercato VR offre opportunità per sviluppatori indipendenti di emergere con titoli innovativi e di successo, anche con investimenti più contenuti.
Accessibilità e diffusione
La realtà virtuale (VR) ha compiuto notevoli progressi negli ultimi anni, ma presenta ancora alcune limitazioni pratiche:
- Hardware: visori VR di alta qualità possono avere costi molto elevati e ciò può rappresentare un ostacolo per molti giocatori.
- Spazio fisico: l’uso della VR richiede uno spazio adeguato per muoversi in sicurezza. In ambienti domestici ristretti, questo può compromettere il coinvolgimento nell’esperienza.
- Motion sickness: alcuni utenti sperimentano sintomi di cinetosi durante l’uso della VR, come nausea, vertigini e disorientamento. Questo fenomeno è spesso causato da discrepanze tra il movimento percepito visivamente e l’assenza di movimento fisico, creando un conflitto sensoriale.
In ogni caso, il catalogo di giochi disponibili per la VR è attualmente in crescita, pur rimanendo inferiore rispetto a quello delle console tradizionali.
La realtà virtuale offre un livello di coinvolgimento senza precedenti, permettendo ai giocatori di calarsi completamente in mondi virtuali. Tuttavia, questa caratteristica richiede l’uso di un hardware specifico e può comportare sessioni di gioco più brevi a causa dell’affaticamento fisico.
Al contrario, il gaming tradizionale offre una fruibilità più immediata, con sessioni prolungate possibili senza particolari disagi fisici.
Al momento, quindi la VR rimane una quota nel mercato dei videogiochi, ma è capace di offrire esperienze uniche che affascinano e continuano ad incuriosire un numero crescente di giocatori.
Futuro del gaming: convergenza tra VR e tradizionale?
Il settore del gaming è in continua evoluzione, con la realtà virtuale (VR) che rappresenta una delle frontiere più promettenti. Di recente, infatti, aziende come HTC hanno introdotto dispositivi avanzati come il Vive Focus Vision, un visore VR standalone dotato di passthrough a colori e tracciamento oculare, progettato per offrire un’esperienza di gioco più immersiva e realistica.
Parallelamente, il cloud gaming sta guadagnando terreno, permettendo ai giocatori di accedere a titoli di alta qualità senza la necessità di hardware potente. Questa tendenza potrebbe estendersi anche al VR, rendendo le esperienze virtuali più accessibili attraverso lo streaming di contenuti direttamente su visori leggeri e meno costosi.
Inoltre, l’integrazione dell’intelligenza artificiale (IA) nei giochi VR sta rivoluzionando le dinamiche di gioco. L’IA consente la creazione di ambienti più reattivi e personaggi non giocanti (NPC) con comportamenti realistici, così da arricchire l’esperienza immersiva e adattarla alle scelte del giocatore.
La linea di confine tra giochi tradizionali e VR sta diventando sempre più sottile. Alcuni sviluppatori stanno introducendo modalità VR in titoli convenzionali, offrendo ai giocatori la possibilità di scegliere tra l’esperienza classica e quella virtuale. Questa ibridazione permette di ampliare il pubblico di riferimento e di offrire esperienze diversificate all’interno dello stesso gioco.
In conclusione, il futuro del gaming sembra orientato verso una convergenza tra le due esperienze di gioco, in cui la VR pare destinata a giocare un ruolo sempre più centrale nell’offrire nuove modalità di interazione ed intrattenimento ai giocatori di tutto il mondo.
Gaming tradizionale oppure VR?

La realtà virtuale ha compiuto enormi passi avanti in termini di accessibilità, ma rimane ancora un settore con alcune barriere economiche e pratiche rispetto al gaming tradizionale.
Dal punto di vista della sostenibilità economica, al momento il gaming tradizionale continua a essere più accessibile per il grande pubblico, grazie a una vasta offerta di titoli e modelli di business consolidati, come gli abbonamenti e le microtransazioni. Tuttavia, con l’avanzamento del cloud gaming e il miglioramento della tecnologia VR, il divario tra i due mondi potrebbe ridursi significativamente già nei prossimi anni.
È perciò chiaro che l’evoluzione e i cambiamenti maggiori saranno determinati dalla capacità di continuare rendere la VR un’opzione più conveniente e accessibile per tutti, per cui alla fine saranno solo gli utenti a scegliere il futuro.