• Blog
  • Tendenze
  • E-Sports in realtà virtuale: la nuova frontiera tra gioco, sport e performance fisica

E-Sports in realtà virtuale: la nuova frontiera tra gioco, sport e performance fisica

  • Giuseppe Rocco
  • Tendenze
  • 7 min di lettura

Gli eSport non sono più solo una questione di mouse, tastiera e riflessi mentali: con l’arrivo della realtà virtuale, le competizioni digitali stanno attraversando un cambiamento importante, in cui il corpo entra in gioco tanto quanto la mente, quasi come in uno sport tradizionale.

I tornei eSport VR mescolano strategia e performance fisica, regalando un’esperienza coinvolgente tanto per i giocatori quanto per il pubblico. Non si tratta solo di giocare, ma di muoversi, reagire, resistere: in sostanza, di allenarsi come veri atleti.

Questa evoluzione sta aprendo nuove possibilità per il mondo del gaming competitivo, creando un ponte concreto tra sport tradizionali e videogiochi. Una possibilità allettante ed entusiasmante, vero?

Ma come funziona esattamente un torneo eSport in realtà virtuale? E cosa lo distingue dalle competizioni più “classiche”? Questo è ciò che oggi scopriremo insieme in questo articolo.

Che cos’è un eSport in VR e in cosa si differenzia

Gli eSport in realtà virtuale sono competizioni digitali che si svolgono all’interno di ambienti immersivi, dove i giocatori interagiscono fisicamente con il mondo virtuale grazie a visori, controller e sensori di movimento.

A differenza dei classici eSport che vengono giocati da seduti con mouse e tastiera, gli eSport VR richiedono movimenti reali che comprendono scatti, schivate, lanci, colpi. Questo li rende molto più simili agli sport “veri”, dove la componente fisica è determinante.

Le principali differenze tra eSport classici e VR possono essere riassunte in base a 5 variabili chiave, ovvero:

  • interazione di gioco
  • impegno fisico
  • tipo di ambiente
  • tipo di allenamento richiesto
  • grado di spettacolarità negli eventi live

Ecco quindi le caratteristiche degli E-Sport tradizionali:

  1. utilizzo di mouse, tastiera o controller
  2. impegno minimo o nullo
  3. visualizzazione su schermo piatto
  4. richieste abilità tecniche e strategiche
  5. la spettacolarità dipende dallo streaming o dal cast

E quelle che distinguono gli eSport VR:

  • movimenti reali del corpo, gesti e immersione totale
  • impegno elevato, spesso paragonabile a uno sport leggero o agonistico
  • ambiente tridimensionale interattivo
  • richiesta abilità tecnica, preparazione atletica e resistenza fisica
  • spettacolarità molto alta grazie alla componente fisica e alle arene attrezzate

Tra i titoli più rappresentativi degli eSport in realtà virtuale e aumentata, spiccano alcune esperienze che coniugano azione, strategia e movimento reale. Racket Club di Resolution Games, ad esempio, è un simulatore sportivo in VR che riproduce una sfida simile al tennis o al pickleball, con dinamiche realistiche e modalità social.

Un altro esempio, invece, è quello di HADO, creato dalla società giapponese Meleap e considerato il primo vero eSport phygital. Si tratta infatti di un gioco in cui ci si muove fisicamente, lanciando proiettili energetici virtuali tramite visori AR e sensori da polso, creando in un mix tra dodgeball e fantascienza.

Anche Ironlights è stato un titolo importante in questa categoria ed ha lasciato il segno per un certo periodo, grazie ai suoi duelli corpo a corpo in slow motion, dove l’equilibrio tra strategia e movimento era centrale. Tuttavia, il gioco ha perso gran parte della sua community attiva, dimostrando quanto la continuità di supporto e l’engagement della base utenti siano fondamentali per la sopravvivenza di un eSport VR.

In ogni caso, questa dimensione ibrida sta arricchendo enormemente il concetto stesso di “gamer”, per cui ogni giocatore è sempre più il vero protagonista dentro l’azione e non davanti allo schermo.

Case Study: EVA, HADO e le nuove arene phygital

Il concetto di arena phygital (fusione di fisico e digitale) sta ridefinendo il modo in cui viviamo gli eSport. Non si tratta più solo di connessioni online e partite trasmesse in streaming, ma di esperienze dal vivo in ambienti appositamente progettati, dove pubblico e giocatori condividono lo stesso spazio virtuale.

Uno dei progetti più innovativi è sicuramente EVA (Esports Virtual Arenas), una startup francese fondata nel 2018, oggi attiva in Europa, Stati Uniti e Medio Oriente.

Nelle sue arene VR (ognuna delle quali ha un’ampiezza di circa 500 m²) si gioca ad After-H e Moon of the Dead. Il primo è uno sparatutto in realtà virtuale a squadre e dispone di 5 diverse modalità di gioco, mentre il secondo è uno zombie survival in cui si devono superare 5 livelli per poter uscire dall’accampamento lunare e salvarsi.

In entrambi i casi, i partecipanti si muovono fisicamente all’interno di un’arena reale, indossando visori e un equipaggiamento leggero. Questo genere di approccio contribuisce a rendere tutto ancora più realistico ed emozionante, anche da vedere.

EVA, infatti, ospita tornei di After-H Battle Arena e Moon of the Dead ed organizza sia eventi locali che internazionali, spesso trasmessi in live streaming su piattaforme dedicate. Il risultato è un’esperienza competitiva e spettacolare, paragonabile a una partita di paintball, ma trasportata in una dimensione futuristica dove il confine tra reale e virtuale si dissolve.

Un altro importante progetto innovativo è anche – ovviamente – quello di HADO, considerato il primo vero eSport phygital. Anche qui, i giocatori si muovono fisicamente in un campo reale, visibile anche al pubblico, e poi lanciano proiettili energetici virtuali grazie a visori AR e sensori da braccio.

Le partite si giocano in 3 contro 3, utilizzando elementi come scudi, schivate e colpi potenziati che rendono ogni match dinamico e spettacolare. La velocità, la resistenza fisica e la capacità di coordinarsi sono essenziali per vincere, proprio come accade per una partita nel mondo reale.

A maggio 2025 si è tenuta a Shanghai la HADO World Cup, un vero e proprio campionato internazionale di realtà aumentata sportiva, con la partecipazione di squadre provenienti da oltre 18 paesi e un montepremi pari a 2,5 milioni di yen.

Il formato delle partite e l’ambientazione reale permettono a HADO di attrarre non solo gamer, ma anche appassionati di sport, offrendo uno show competitivo ad alto tasso di adrenalina.

Queste esperienze stanno attirando nuove fasce di pubblico, inclusi ex sportivi, famiglie e curiosi della tecnologia, trasformando le arene VR/AR in veri e propri luoghi di aggregazione e spettacolo.

Il ruolo della performance fisica nell’esport VR

A differenza degli eSport tradizionali, dove il movimento è minimo e la concentrazione mentale è tutto, gli eSport VR richiedono una componente atletica reale. Resistenza, equilibrio, coordinazione e riflessi diventano fondamentali per competere ad alti livelli.

Un giocatore di HADO, ad esempio, può percorrere diversi chilometri durante un torneo, tra scatti, salti e schivate. Allo stesso modo, i partecipanti ai match di After-H in EVA devono mantenere un ritmo elevato per diversi minuti, comunicare con la squadra e reagire ai colpi avversari mentre si muovono nello spazio reale.

Questa dimensione fisica ha portato molti atleti, ex sportivi o praticanti di discipline come parkour, arti marziali e fitness funzionale ad avvicinarsi al mondo degli eSport in realtà virtuale e aumentata.
In alcuni casi, anche team di professionisti come coach e fisioterapisti si sono avvicinati con interesse a queste esperienze e ciò ha condotto anche alla nascita di routine di allenamento specifiche per migliorare la performance in VR.

Il risultato? Un ibrido tra gamer e atleta, capace di unire capacità strategiche e preparazione fisica, trasformando l’eSport del videogioco in una vera e propria attività sportiva.

Sfide e opportunità per il futuro

Nonostante il potenziale rivoluzionario, gli eSport VR devono affrontare diverse sfide prima di raggiungere una diffusione di massa:

  1. La prima è di tipo tecnologico: servono visori leggeri, a bassa latenza e wireless, oltre a spazi fisici adeguati per garantire libertà di movimento e sicurezza.
  2. Anche l’organizzazione degli eventi rappresenta un ostacolo: le competizioni VR richiedono logistica complessa, ambienti controllati e personale tecnico specializzato, il che rende costosa la loro realizzazione.
  3. Inoltre, la mancanza di un regolamento condiviso e l’assenza di un ecosistema internazionale unificato rallentano il riconoscimento ufficiale di molte discipline VR come veri sport competitivi.

Dall’altro lato, però, le opportunità sono enormi. La combinazione di fisicità, immersività e spettacolarità rende gli esport VR perfetti per il pubblico giovane, interessato a esperienze dinamiche e coinvolgenti.

Le federazioni sportive stanno iniziando ad aprire al mondo VR, e iniziative come le Olympic Esports Series potrebbero includere titoli phygital nei prossimi anni.

Già nel marzo 2023, il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) aveva annunciato i dettagli dell’Olympic Esports Series, una competizione sportiva globale, virtuale e simulata, creata in collaborazione con le Federazioni Internazionali (FI) e gli editori di giochi.

La competizione prevedeva qualificazioni aperte a giocatori professionisti ed amatoriali da tutto il mondo e le finali si sono svolte dal 22 al 25 giugno 2023 a Singapore, con gare in 10 discipline virtuali o simulate, tra cui Gran Turismo 7, Zwift, Just Dance, Virtual Taekwondo e altri. L’evento ha attirato circa 20.000 spettatori in loco e un vasto pubblico globale via streaming.

Il successo del format ha spianato la strada alla creazione degli Olympic eSports Games, un evento biennale che prevede di trasformare le eSports Series in una manifestazione autonoma, separata dai Giochi Olimpici classici.
La prima edizione si terrà nel 2027 a Riyadh, in Arabia Saudita, coinvolgendo discipline in realtà virtuale e mista, ma soprattutto le discipline previste saranno scelte in collaborazione con federazioni sportive internazionali e con un focus su titoli non violenti, spesso ispirati a sport reali.

Inoltre, la crescita della realtà mista (MR) e delle tecnologie di body tracking aprono nuovi scenari: sport completamente nuovi, eventi ibridi, esperienze sempre più interattive per gli spettatori. Gli eSport VR non sono solo un’evoluzione del gaming, ma una nuova frontiera dell’intrattenimento sportivo.

La rivoluzione sociale e culturale degli eSport VR

Gli eSport in realtà virtuale non stanno solo cambiando il modo di giocare, ma anche il modo di stare insieme, competere e fare sport. Le arene phygital e i giochi AR come HADO portano le persone fuori di casa, creando nuove forme di socialità attiva in ambienti condivisi.

In un’epoca in cui molte interazioni avvengono da remoto, gli eSport VR offrono un’alternativa concreta: competere sì, ma anche incontrarsi, muoversi e divertirsi dal vivo. Questo aspetto li rende particolarmente adatti per famiglie, scuole, centri sportivi e community locali.

Allo stesso tempo, stanno abbattendo barriere culturali e fisiche. In alcuni contesti, l’accesso al VR permette a persone con disabilità motorie leggere o ex sportivi in fase di recupero di tornare in campo, almeno virtualmente. Il risultato è un’evoluzione inclusiva, dove la tecnologia diventa uno strumento di aggregazione e benessere.

Con la diffusione delle arene, delle competizioni ufficiali e del supporto da parte di brand e istituzioni, gli eSport VR rappresentano una trasformazione profonda del mondo dello sport digitale: più fisici, più immersivi, più sociali.

Non sono solo un trend, ma un ponte tra gioco e movimento, tra schermo e realtà. Per chi ama il gaming e vuole viverlo in modo attivo e coinvolgente, le arene VR e i tornei phygital offrono un nuovo spazio di espressione, sfida e divertimento.